Sarà questo l’interrogativo al centro della puntata che Racconti di vita dedica al servizio civile. Per parlarne in studio Giovanni Anversa incontra un obiettore di coscienza che negli anni Settanta pagò col carcere il suo no al servizio militare e una ragazza che ha dedicato un anno al Servizio Civile Nazionale.
In onda domenica 8 marzo 2009 alle 12.55 RAI3
Una volta erano obiettori di coscienza oggi sono i volontari, soprattutto le volontarie, del Servizio Civile Nazionale. In studio con Giovanni Anversa si incontrano due generazioni che in comune hanno la scelta di servire il paese dando una mano a chi soffre di piú e a chi è in difficoltà. Negli Anni Settanta questa era una scelta fortemente motivata da ideali antimilitaristi e pacifisti come ricorda Alberto Trevisan che rifiutò di fare il militare pagando con una sequela di incarcerazioni la sua obiezione di coscienza.
Un raro documento filmato delle Teche Rai ricorda quel clima e il dibattito che ne seguì quando, nel 1972, lo Stato riconobbe questa possibilità per legge dando inizio alla lunga stagione degli obiettori di coscienza conclusasi nel 2005 con l’abolizione della leva militare. Quella stagione di lotta e di impegno si lega idealmente con l’istituzione del Servizio Civile Nazionale che offre la possibilità a ragazzi e ragazze di mettere a disposizione un anno per fare esperienza in vari campi del sociale e acquisire una diversa coscienza della proprio ruolo di cittadini. E’ il caso di Silvia Vitiello che ha svolto il suo servizio presso l’Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) aiutando le persone colpite dalla malattia a gestire la loro quotidianità.
I filmati mettono l’accento sul rischio che corrono tanti progetti di essere tagliati per la riduzione drastica di fondi per il servizio civile e sull’importanza del lavoro che i giovani volontari invece svolgono in situazioni difficili come certi quartieri delle nostre città.