IL NATALE È UNA SCELTA: UNA SCELTA PER CRISTO!

Il Natale non è una favola. Non è un incantesimo di canzoni, di giochi, di regali, e di pranzi: non è un giorno festoso come altri.

Il Natale è il memoriale del mistero più grande e più profondo che sia mai avvenuto nella storia, incalzante, esigente, decisivo ad ogni coscienza.

E’ letizia, che i bambini possono provare nella istintiva certezza, recata dal grande fratellino Gesù, sulla bontà della vita, sulla bellezza e sul valore d’avere una culla, una madre, un canto di angeli sopra la scena umana, per povera e disadorna che sia.

E’ conforto il Natale, che il cristiano, gravato dal peso della quotidiana fatica ed afflitto per tante amarezze, sente corroborante e profondo, come valorizzazione di ogni suo operare e di ogni suo soffrire.

E per gli altri? Il Natale che cos’è?

Vorrei estendere questa domanda a tutti, cioè all’uomo moderno, in genere, qualunque sia il grado di vicinanza o di lontananza con questo mistero; domandiamoci: sappiamo noi che cosa deve oggi per noi rappresentare il Natale?

Risponderò con una parola di moda. E’ una scelta.

Parola forte, perché scuote l’ignoranza, la pigrizia, il dubbio, la superficialità.  Parola esatta, perché scende nelle viscere della verità religiosa e della  realtà spirituale, e ne cerca le ragioni essenziali. Parola  energica, perché  obbliga a conclusioni pratiche, importanti. E parola nobile, perché chiama l’uomo alla coscienza d’un suo fondamentale dovere.

Il Natale è una scelta: una scelta per Cristo!

Dobbiamo noi, tutto considerato, cioè valutando la vita nelle sue supreme espressioni, stare per Cristo?

Bisogna decidere.

 

Io so bene che questa decisione lascia in ombra tante obbiezioni. Perché so bene che la grandezza stessa dell’avvenimento può renderci esitanti ad ammetterne la realtà: è mai possibile, e mai pensabile che Dio si faccia uomo?

E so bene che la piccolezza stessa dell’ avvenimento medesimo può suscitare analoga esitazione: è davvero accaduto che in forme così umili, così semplici e povere Dio sia venuto nel mondo?

Come mai quel fatto di Betlemme investe tutta la storia, tutta la sorte dell’ umanità e riguarda direttamente anche me?

Cristo ci aspetta e Cristo è l’ aspettato. E chi scoprirà questa attesa, riavrà la gioia dei pastori di Betlemme, che “andarono in fretta e trovarono il bambino giacente nel presepio; e, vistolo, si persuasero”.

Perché Cristo non è lontano. Chi lo vuole, lo può riscoprire. E chi lo riscopre, lo deve scegliere.

E come sempre, chi davvero lo sceglie avrà la sua pace, la pace appunto del Natale.