IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA S. MARIA DEL COLLE – GIOVANNI PAOLO II COMPIE 5 ANNI

Il Centro di Aiuto alla Vita S. Maria del Colle Giovanni Paolo II  è un’ opera di carità della Basilica Santuario Maria SS.ma del Colle in Lenola sorto per iniziativa del Rettore del Santuario il 31 maggio 2011.

La missione dei Centri di aiuto alla Vita è difendere il bambino non ancora nato. La Presidente onoraria di tutti è Madre Teresa di Calcutta, che si  è sempre battuta per il diritto alla Vita del più povero tra i poveri, come lo definì ripetutamente. E lei di miseri e sofferenti se ne intendeva! Vi cito uno stralcio di un suo discorso: “ La Vita è il più grande dono di Dio…io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla. Per questo faccio appello in India, faccio appello ovunque…. All’inizio dell’anno ho detto, ovunque abbia parlato ho detto: Quest’anno facciamo che ogni singolo bambino, nato o non nato, sia desiderato …. La mia preghiera per ciascuno di voi è che voi possiate sempre avere la fede di vedere e amare Dio in ciascuna persona, inclusa quella non ancora nata”.

 “Vedere e amare Dio in ciascuna persona, inclusa quella non ancora nata” diceva Madre Teresa. Questo  significa avere misericordia. La misericordia è il grido di Dio contro l’indifferenza, contro il rifiuto dell’altro. La misericordia non resta ferma e nascosta in cuore. La misericordia trabocca in un atto di soccorso e in un aiuto concreto, nell’aver cura delle persone che incontriamo.

Quando vengono  donne e coppie incerte, confuse, disperate perché si trovano ad affrontare una gravidanza non programmata e problematica ci adoperiamo per mettere in atto opere di misericordia.  Da un ascolto attento scaturisce l’aiuto adatto per ciascuna situazione.

Vi racconto tre storie molto diverse tra loro.

Una mamma di due bambine venne da noi piangendo insieme a suo marito: era alle prime settimane di una nuova gravidanza, ce l’aveva inviata il Consultorio Familiare di Fondi dove aveva chiesto la certificazione per abortire. Il suo dolore per questa scelta era così evidente che l’assistente sociale le aveva consigliato di parlare con noi. Lei lavorava in proprio, la gravidanza l’avrebbe costretta a fermarsi parecchi mesi; suo marito aveva un lavoro saltuario e per il suo ultimo lavoro non era neanche stato pagato. Dicevano: Come faremo?

Abbiamo assicurato loro un sostegno o con il progetto Gemma, che consiste in 160,00 € al mese per 18 mesi, oppure, se non ce lo avessero concesso, con il progetto  Insieme, 200 € al mese per 12 mesi, progetto finanziato con i fondi raccolti qui, in Diocesi nella Quaresima di Carità del 2012. Inoltre avremmo procurato corredino, carrozzina, spese mediche, pannolini… insomma, una presenza per sostenerli fino ad un anno o poco più dalla nascita del bambino.

Hanno preso qualche giorno per decidere, poi sono tornati e ci hanno comunicato che volevano accogliere questo figlio anche se sarebbe costato loro tanti sacrifici.

Abbiamo ottenuto per questa mamma il Progetto Gemma, l’abbiamo incontrata ogni mese ed abbiamo vissuto con la sua famiglia la gioia della nascita di un bel maschietto che ora è la mascotte della casa. Vi leggo il messaggio che ci ha inviato dopo l’ultima rata di progetto gemma: “Vogliamo ancora una volta ringraziarvi per il vostro sostegno e il vostro prezioso aiuto sia morale che economico che ci avete donato in questi due anni!  Abbiamo incontrato le persone giuste in un momento difficile delle nostra vita! Grazie infinite da tutta la nostra grande famiglia”.

La seconda storia riguarda una mamma afflitta per un aborto volontario. Era successo molti anni prima: era stata indotta ad assumere la pillola del giorno dopo per evitare sorprese, ma la gravidanza era andata avanti. Un medico le aveva detto che era indispensabile abortire per il rischio di malformazioni, lei aveva ceduto a malincuore ma il rimorso la divorava: contava gli anni che avrebbe avuto quel figlio, l’aveva immaginata femmina e le aveva dato un nome. Naturalmente questo suo stato d’animo la turbava e rendeva problematici i rapporti con il suo primo bambino. Piano piano l’abbiamo accompagnata ad acquisire la certezza del perdono misericordioso del Padre nel sacramento della Riconciliazione, della sua ridotta responsabilità a causa delle forti pressioni che non le avevano lasciato scelta. Aver trovato comprensione e non condanna l’ha rasserenata e ci ha ringraziato per molto tempo.

Un’altra mamma giovanissima, seguita anche lei da noi con il progetto Gemma, un giorno ci chiamò perché un’ecografia aveva segnalato una malformazione. Ci disse che comunque, insieme al suo compagno, avrebbero accettato ed amato quella bambina perché era la loro figlia. Li abbiamo accompagnati a visite e controlli a Roma al Policlinico Gemelli, dove è stata presa in cura dal gruppo del Professor Giuseppe Noia, ostetrico – ginecologo, docente di bioetica, responsabile dell’Unità di diagnosi e cura prenatale. Una riflessione del Professore: “Se il bambino non nato è il più povero tra i poveri, il malformato è ancora più povero e il feto terminale il massimo della povertà. Penso che al massimo della povertà si deve rispondere con il massimo dell’amore”. Dopo mesi di ansia e tante, tante preghiere la bambina è nata, è bellissima, ha piccole difficoltà che si stanno attenuando con la crescita.

Concludo leggendovi la lettera d’amore di una ragazza sola,  madre coraggiosa al primo compleanno del suo bambino:

“Ti accorgi che ti ha cambiato la vita quando stai per poco fuori casa e non vedi l’ora di rivederlo… Quando addormentandoti vuoi sentire il suo respiro perché è il suono più piacevole e rilassante che si possa sentire… Quando facendo i primi passi verso di te, ti stringe con quelle manine piene di forza… Quando ti ride a singhiozzo perché si sta divertendo e ti cancella dalla mente qualsiasi altra cosa… Quando ce l’hai in braccio e ti batte con la manina sulle spalle come volesse dirti: non ti preoccupare, ora ci sono io con te. Quando conoscendo una cosa nuova si stupisce incredibilmente, facendoti pensare all’importanza della scoperta delle cose semplici e del bisogno di continuare a stupirsi delle piccole cose anche da grande…quando vorresti immortalare ogni piccola novità perché ti sembra il momento più bello del mondo o ancora quando ogni cosa che fai pensi di farla per lui.

Auguri piccolino della mamma per questo tuo primo anno di vita e grazie per avermi resa così felice.

Sei la mia linfa, il mio respiro, il mio equilibrio, la mia Vita!

 

Fausta Pandozy, Presidente CAV S. Maria del Colle GPII